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farfalla

Narrastorie - I due

Roscio il fiero, se ne stava ciondoloni sul muretto. 
La coda oggetto a se stante, si muoveva sinuosa al ritmo di una melodia immaginaria. Tutt’altro le orecchie, che allertate rivelavano un certo interesse per qualcosa che da lì a poco sarebbe apparso alla sua vista.
Infatti di punto in bianco, il suo rivale più giovane di lui, spuntò baldanzoso da sotto una fila di macchine in fondo alla strada, dirigendosi nel campo incolto proprio nella direzione di Roscio.
Era Grigio che si era guadagnato, con la sua naturale intraprendenza mista anche ad una abile coccolaggine, che agli umani piaceva moltissimo, l’affetto di quasi tutta quella categoria.
Ma alla comunità dei gatti, la sua sfacciataggine invece appariva oltremodo sconcertante e assolutamente stupida, figurarsi a Roscio che lo aveva anche come concorrente in amore.
Ora tranquillo e apparentemente noncurante, avanzava
 con una certa solerzia caracollando sul terreno accidentato a qualche metro al di sotto della postazione di Roscio.
Roscio lo guardò passare con occhi vacui, ma che si animarono nell’istante in cui Grigio, percependo la sua presenza, tirò su la testa per fissarlo come per dire “Occhio che t’ho visto”. 

Ma la soddisfazione Grigio non l’ebbe, poichè Roscio spostò lo sguardo verso la collinetta sulla sua destra, ignorandolo completamente.
Grigio fu ugualmente appagato della sua mossa e a passo lento riprese la sua passeggiata incurante del resto del mondo, consapevole che in quel tacido adocchiarsi, non fosse passato inosservato e che in quella falsa parvenza di indifferenza mostrata da Roscio, ci fosse altrettanto interesse. Così avanzò baldo ancora un pò, fino a svoltare l’angolo del muretto e scomparendo così alla vista di Roscio.
Roscio che non aveva più sott’occhio il suo rivale, scattò in piedi avviandosi con un certo fare incuriosito, lungo il perimetro del muretto e non si fermò fino a che non lo rivide. Assicuratosi di averlo sotto il suo sguardo per controllare ogni suo minimo movimento, si sdraiò allungando le zampe a mo' di sfinge.
Grigio intanto esperto navigato, aveva sentito arrivare già da molto lontano, la macchina dell’umana che di più l’amava e che più di tutti desiderava il suo affetto. Così senza perdere un secondo la stava raggiungendo per essere il primo a salutarla.
Roscio che non aveva intenzione di scendere dal muretto, e nel caso lo avesse fatto, sarebbe stato solo se l’umana appena giunta, come era solita fare, comunicasse alle sue orecchie quel dolce tintinnar di cibo che altro non era, il preludio di una grande abbuffata. Ma in ogni modo l'interesse per il suo competitore e delle sue attività non era scemato. D’un tratto miagolii e versi strani riecheggiarono insistenti nella strada in direzione della macchina dell’umana. Bizzarri alle orecchie di Roscio che fissava tra l’attento e lo stupito le moine dei due. Ma non ci badò più di tanto, solo quando avvertì un altro rumore familiare che risuonava nelle sue orecchie feline che decise di muoversi.
Con un balzo da lince fu secondo, ma pur sempre il primo a mangiare senza dover miagolare e fare smancerie per un pò di cibo.

1 commento:

  1. Mi piacciono i racconti sui gatti. I gatti animali strani, bizzarri, indipendenti, fieri, orgogliosi, intraprendenti, ruffiani, coccoloni, divertenti e belli... di qualsiasi colore, di qualsiasi razza. maschi o femmine.
    Noi umani in fondo,in fondo siamo alle loro dipendenze.

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