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farfalla

martedì 26 novembre 2013

Lì sotto




Oggi è una di quelle giornate a cui dare sfogo alla mia insana (si fa per dire) voglia di fantascienza.
Le chiamo le allucinazioni di una piccola formichina che crede di sapere e non sa.
Esse sono state incamerate nel corso della vita e ogni tanto fanno capolino. Appaiono soprattutto quando voglio sfuggire a questa vita piena di incomprensioni, cominciando proprio con me per finire poi col nulla di fatto, tanto è tutto inutile.
Nel mare di fantasie utopistiche della mia mente, esiste un luogo. Non è proprio un luogo è un mondo, un altro mondo, che sta proprio accanto a noi.
Ma vorrei chiarire il mio pensiero con una similitudine e per fare questo, faccio una domanda: E se tutti noi domani ci trovassimo in un mondo all’incontrario?
Quel posto contrapposto a cui penso molto spesso, non si può visualizzare, quindi non lo vedremo mai in un film, a meno che lo sceneggiatore, non sia un maniaco del fantastico come me, ma anche se lo fosse, non potrebbe lo stesso.
Prima di tutto mancherebbero i dialoghi e un film senza dialoghi non se ne parla proprio, ma pur nell’eventualità l’unico film che riuscirebbe a produrre potrebbe assomigliare al limite ad uno sparatutto della serie di quei giochi FPS, salta spara nasconditi, esci spara, corri, spara, ricarica, sei morto! Attendi il respawn. Quello si che oggi avrebbe molto successo, peccato che nella mia storia al contrario, potrebbe esserci ben altro.
Accidenti, come sempre cambio argomento.
Tornando al mondo che ho in mente, esso si troverebbe nelle profondità del mare.
Un essere intelligente che assomiglia a noi e vive in fondo al mare, perchè no? Io me lo immagino proprio lì sotto, dove ci sono profondità di svariati chilometri che si procura il cibo in maniera intelligente, mette su famiglia, si cura degli altri costruisce la propria dimora, si difende dai pericoli e ama. Insomma ci potrebbe stare tranquillamente, invece di vivere in aria si vive in acqua qual’è il problema le branchie?
Proviamo ad immaginarci, non ci sarebbe bisogno di occhi visto che con il buio pesto che c’è lì sotto sarebbero inutili, di conseguenza avremmo sviluppato sensori potentissimi. Mettiamo poi che per arrivare ad avere quella capacità, la nostra fase evolutiva sia stata come la conosciamo oggi e, come dice Darwin; sulla terra da scimmia a homo sapiens, e nel mare da cozza o vongola a piscis sapiens, qui lo scetticismo ci sta in tutti e due i casi, ma facciamo che è andata così.
I nostri sensori compenserebbero la vista e la voce, quindi di primo acchito non giudicheremo con gli occhi, nè avremmo la bruttissima sensazione, che capita molto spesso sulla terra, di incontrare qualcuno che farebbe molto meglio a stare zitto. Già due punti a favore per il mondo marino.
Svolgeremmo le attività normalmente, come comunicare riconoscere e così via, solo con i sensori. Incontreremo l’amore della vita, attraverso delle onde sintonizzate, tipo potenziometro, alla frequenza giusta. Non perderemo naturalmente il tatto, e cioè il momento dell’amplesso e delle carezze, non si rinuncerà a nulla, anzi. Ecco un altro punto a favore del mondo marino, se si pensa che potrebbe bastare un canale giusto, tanto per stare in tema, per unire due corpi senza trovare sorprese, solo una questione di onde.
Però ora che ci penso, si potrà litigare solo con i sensori? Nel senso, potremo litigare e dare battaglia? Ce la faremo anche sotto il mare a far valere le nostre ragioni con la violenza? Ci accaniremo anche lì, per un dio, quello più buono, no quello mio è più bello, no il mio è quello vero, no il mio è il più antico, no il mio dio è quello giusto, ed è lui che detta legge? E ucciderci così, come tanti zombie?
Come direbbe un mio caro conoscente, questa è fantascienza da “strada.”




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